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Domande e risposte sulle criptovalute: Boom o fiasco?

08 aprile 2021

 

Le criptovalute continuano a fare notizia, trainate da bitcoin ed ethereum. Dopo aver recentemente toccato massimi storici è il bitcoin, in particolare, ad attirare l'attenzione della comunità degli investimenti. La criptovaluta manterrà lo stesso livello di interesse registrato alla fine del 2020 e in questo scorcio di 2021? In questa serie di D&R Gabor Gurbacs, Director of Digital Assets Strategy, discute in dettaglio del panorama degli asset digitali e del futuro che li attende.

D: Quale sarà, a suo avviso, l'impatto che il bitcoin e gli altri asset digitali avranno sui servizi finanziari a livello istituzionale?

R: Gli asset digitali hanno riguardato prevalentemente investitori retail. Si trattava di una gara tra Main Street e Wall Street che quest'ultima ha perso; ora sta cercando di recuperare. Penso che il bitcoin possa svolgere un duplice ruolo sul fronte degli investimenti istituzionali. Primo, le istituzioni stanno cercando di aggiungere bitcoin ai rispettivi portafogli. Nell'articolo Investire in bitcoin abbiamo visto come un'allocazione dell'1-3% in bitcoin può giovare ai portafogli istituzionali. Di fatto, abbiamo scoperto che il bitcoin ha una bassa correlazione con le categorie d'investimento tradizionali. Negli ultimi 10 anni, ha sovraperformato rispetto alla maggior parte degli attivi e ha effettivamente innalzato e migliorato il profilo di rischio-rendimento dei portafogli istituzionali. I portafogli istituzionali e le società quotate hanno cominciato ad aggiungere bitcoin al loro mix di asset, proprio come fanno con l'oro. Abbiamo visto MicroStrategy, Marathon Patent Group e altre istituzioni pubbliche di discrete dimensioni aggiungere bitcoin ai propri portafogli. Sappiamo per certo che family office, fondi di dotazione e istituzioni come Harward, Yale e altre stanno investendo in bitcoin, espandendo i rispettivi portafogli. Questo è, indiscutibilmente, un trend.

Il secondo modo in cui credo che il bitcoin potrà migliorare l'infrastruttura finanziaria convenzionale è legato ai percorsi delle transazioni con 42 milioni di clienti. Il bitcoin ha introdotto alcune funzioni che possono contribuire a convalidare quella infrastruttura finanziaria. Offre regolamenti più veloci, un canale alternativo di negoziazione e nuove modalità per interagire con categorie come i mercati dei capitali e i prestiti, ma in una sorta di universo parallelo. Vi sono nuovi modi per prestare bitcoin che non esistono nel mondo bancario. Queste sono tutte migliorie che – ricordiamolo sempre perché è fondamentale – si aggiungono all'attuale sistema finanziario. Al momento, credo che il mondo Wall Street stia solo traendo vantaggio dalle novità che il bitcoin ha introdotto nel mercato. Quest'anno vedremo una serie di debutti in borsa. Ciò potrebbe spingere un maggior numero di istituzioni a partecipare al mercato degli asset digitali.

D: Pensa che questo riguardi specificamente il bitcoin o ritiene che l'interesse delle istituzioni sia rivolto anche ad alte criptovalute?

R: Alla maggior parte delle istituzioni interessa esclusivamente il bitcoin perché è un asset maturo con una capitalizzazione di mercato del 70%. Il bitcoin ha un'offerta limitata, il che a mio avviso contribuisce a renderlo un'alternativa all'oro. Vi è un sottogruppo di persone interessate alla finanza decentrata e che puntano alla tecnologia sottostante che può contribuire a portare Wall Street al livello successivo. Si parla tanto di stablecoin e di come gli strumenti del mercato monetario possano essere riformati: dovremmo probabilmente tenere d'occhio queste opportunità. Al momento, la capitalizzazione di mercato delle stablecoin è di circa 34 miliardi di dollari. Passare da 0 a 34 miliardi di dollari in cinque anni non è roba da poco. Credo che, al 95%, il segmento delle criptovalute sia insensato. Vi sono protocolli concorrenti. È quasi un gioco a somma zero, con l'eccezione di bitcoin, di qualche stablecoin e forse di Ethereum. Ma, lo ribadisco, le istituzioni focalizzano l'attenzione sui bitcoin.

Aggiungo che assistiamo anche a una lenta evoluzione verso i token 2.0, ossia token che rappresentano cose tangibili piuttosto che protocolli casuali e reti decentrate. È un'area che va monitorata, per vedere in che modo questi token che rappresentano asset con un valore reale modificheranno i mercati dei capitali.

D: Esiste una correlazione inversa tra dollaro USA e bitcoin?

R: Come ama dire il nostro CEO, Jan van Eck, al momento il bitcoin è per 2/3 un titolo tecnologico e per 1/3 oro digitale. Con riferimento alla correlazione inversa, direi che talvolta è simile alle azioni, talaltra all'oro. Non credo che vi sia una specifica correlazione inversa. Abbiamo condotto uno studio sulla correlazione tra bitcoin e asset class tradizionali. Le correlazioni sono aumentate in misura significativa nel 2020, da 0,1 a 0,3 rispetto alle principali asset class, oro compreso. Non credo che si possa individuare una correlazione con il dollaro degna di nota.

D: Considera una minaccia il numero di bitcoin contraffatti e il fatto che molte chiavi inattive siano andate definitivamente perdute?

R: In questo segmento i rischi esistono, tra cui gli errori involontari di codifica, il modo in cui il sistema sarà mantenuto, il potenziale double spending o gli attacchi coordinati degli Stati. Credo che questo vada riconosciuto. Recentemente c'è stata una lite giudiziaria riguardante il potenziale arrivo sul mercato di alcuni vecchi bitcoin andati perduti e il possesso, da parte dello Stato bulgaro, di bitcoin per 4 miliardi di dollari. Se alcuni di questi bitcoin confiscati arrivassero sul mercato il prezzo della criptovaluta potrebbe risentirne dal punto di vista economico, a prescindere dagli altri rischi tecnici. Penso che questo debba essere, in generale, tenuto a mente.

Dal punto di vista tecnico, il primo episodio della nostra serie di podcast di Trends with Benefits, "Bitcoin senza tecnicismi", esamina alcuni di questi aspetti tecnici sui quali gli investitori dovrebbero riflettere, come ad esempio le migliorie tecniche che sono effettivamente importanti per il bitcoin. Anche se la maggior parte delle persone non sa cosa significhi Taproot, va ricordato che è un miglioramento sul fronte della privacy che potrebbe cambiare per sempre l'universo bitcoin.

D: Quali prospettive vede per il bitcoin?

R: Sto monitorando tre aree. Primo, penso che assisteremo a successi analoghi negli Stati Uniti. Due, nel segmento delle valute virtuali sono in corso molte operazioni di fusione e acquisizione. Penso che ne vedremo parecchie nel 2021 e nel 2022. Alcune cifre sono impressionanti, come ad esempio quelle relative all'attesa IPO di Coinbase che potrebbe ammontare a diverse decine di miliardi di dollari. Molte società arriveranno sul mercato e saranno accessibili al pubblico. Creeranno un nuovo gruppo di giovanissimi miliardari e di persone autorevoli che occorre seguire. Tre, come ho detto sto monitorando quelli che io chiamo i token e le monete virtuali 2.0. Penso che arriveranno sul mercato alcune criptovalute veramente interessanti, che rappresentano asset reali. E io non le perderò di vista.


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