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Oro: prospettive per il 2021 e rischi di inflazione

23 febbraio 2021

Durata video 5:09

Joe Foster, Portfolio Manager per la strategia sull'Oro di VanEck, espone le sue previsioni su oro, rischi di inflazione e altro per il 2021 in un'intervista condotta da Jenna Dagenhart di Asset TV.

Jenna Dagenhart: Abbiamo con noi Joe Foster, Portfolio Manager per la strategia sull'Oro di VanEck che ci parlerà, tra l'altro, dei rischi di inflazione e di quali siano, a suo avviso, le prospettive per il 2021. Joe, l'oro registra ancora tendenze rialziste, ma negli ultimi mesi abbiamo notato qualche segno di debolezza e di consolidamento. A cosa sono dovuti?


Joe Foster: Ad agosto l'oro ha raggiunto il proprio massimo storico di 2.075 dollari l'oncia e da allora è in fase di consolidamento. Quando raggiunse quei livelli massimi lo scorso anno, il rialzo era stato davvero consistente; di conseguenza il consolidamento è del tutto giustificato. A settembre il dollaro Usa si è rafforzato, frenando la corsa dell'oro. A novembre, l'annuncio di Pfizer di aver ottenuto risultati molto positivi sul vaccino ha generato molta euforia tra gli operatori innescando, di conseguenza, un'ondata di vendite sul mercato dell'oro. E poi, a gennaio, la conquista del controllo del Senato americano da parte dei Democratici ha portato al "reflation trade" ovvero all'idea che questo partito avrebbe creato stimoli ancora più massicci per l'economia. Questo ha fatto schizzare in alto i tassi d'interesse e il dollaro si è apprezzato, fattori che hanno anch'essi esercitato pressioni sull'oro. Quindi, a partire da agosto, l'oro si è consolidato in un intervallo compreso tra 1.800 e 2.000 dollari l'oncia.


Jenna Dagenhart: Sono tanti e diversi i fattori da considerare nel 2021. Quali sono le tue previsioni nel lungo termine? Nuovo anno, stessi rischi?


Joe Foster: Beh, credo che verso fine anno, quando questa fase di consolidamento sarà finita, l'oro potrebbe tornare al di sopra dei 2.000 dollari l'oncia. Bisogna ricordare che stiamo ancora nel bel mezzo di una pandemia. La distribuzione del vaccino non sta procedendo come previsto. In tutto il mondo emergono varianti del virus. Quindi se la crescita del secondo semestre deluderà le aspettative, potrebbe accadere che il dollaro mostri segni di debolezza e che i tassi d'interesse calino, con probabili effetti positivi sull'oro. Con tutta la liquidità pompata nel sistema finanziario riteniamo inoltre che l'oro potrebbe rispondere a un ciclo inflazionistico nel breve periodo.


Jenna Dagenhart: Torno su quanto hai detto riguardo alla liquidità e alle misure di stimolo. Ho sentito molte voci su un aumento delle aspettative di inflazione, ma sembra che non vi sia alcuna reazione da parte dei prezzi dell'oro.


Joe Foster: Beh, bisogna ricordare che il Covid è stato uno shock deflazionistico per l'economia. A marzo e aprile dello scorso anno le aspettative di inflazione erano scese a zero, o quasi. Da allora, sono tendenzialmente aumentate e al momento le aspettative di inflazione sono intorno al 2%, lo stesso livello degli ultimi 20 anni o più. Quindi non sono ancora emerse pressioni inflazionistiche ed è per questo che l'oro non reagisce. L'oro risponde quando l'inflazione è fuori controllo. Di conseguenza, in un contesto del genere, se e quando l'inflazione salirà al di sopra del 3% – e se il mercato ritiene che la Fed abbia problemi a controllarla – potremo a mio avviso assistere a una robusta risposta del mercato dell'oro al rischio inflazionistico.


Jenna Dagenhart: In prospettiva, credi che l'oro risponderà nel lungo termine?


Joe Foster: Una volta che l'economia si sarà rimessa in carreggiata, è difficile pensare che con tutte queste migliaia di miliardi di dollari di stimolo, sia da parte della Federal Reserve sia del Tesoro, prima o poi non si inneschi un ciclo inflazionistico. Vediamo inoltre rischi sistemici che potrebbero spingere l'oro al rialzo. Fattori come i livelli di debito estremamente alti in tutto il mondo, politiche di tassi a zero, bolle speculative sugli asset che vediamo emergere ovunque e una possibile debolezza del dollaro, sono tutti rischi sistemici che possono spingere l'oro su livelli molto più alti nel più lungo termine.


Jenna Dagenhart: E quindi, considerati tutti questi rischi, che cosa accade alle società di estrazione aurifera quando l'oro prende slancio?


Joe Foster: Flussi di cassa disponibili. Nel senso che queste società generano molta liquidità. Sono fondamentalmente solide, hanno bilanci sani e la maggior parte delle società riesce a tenere i costi al di sotto di mille dollari l'oncia. Generano ritorni per gli azionisti attraverso dividendi e riacquisto di azioni. E, oltre tutto, presentano valutazioni basse. Intendo dire che le quotazioni sono di gran lunga più basse rispetto ai livelli registrati l'ultima volta che i prezzi dell'oro erano a 1.800 dollari l'oncia, dieci o 12 anni fa. Sono quindi titoli appetibili, espressione di società fondamentalmente sane che generano ritorni crescenti per gli azionisti. A nostro avviso, le azioni aurifere rappresentano uno strumento eccellente per investire nel mercato dell'oro.


Jenna Dagenhart: Grazie, Joe, per aver condiviso le tue analisi con noi oggi. È stato un piacere averti con noi.


Joe Foster: Piacere mio.


Jenna Dagenhart: Grazie per averci seguito. Era Joe Foster, Portfolio Manager della strategia sull'oro di VanEck, e io sono Jenna Dagenhart di Asset TV. Per ricevere aggiornamenti periodici dagli esperti di VanEck, visitate la pagina vaneck.com/ucits/subscribe.