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Il fascino dell'oro accentuato dalle prospettive di tassi e inflazione

10 febbraio 2022

 

I mercati reagiscono alle aspettative di un rialzo dei tassi

L'oro prosegue il consolidamento ormai in atto da un anno mantenendosi intorno a 1.800 dollari l'oncia, il valore centrale dell'intervallo. Negli Stati Uniti, sono i tassi d'interesse, il dollaro e la Federal Reserve (la "Fed") le principali determinanti dell'andamento dell'oro. Il 3 gennaio, sulla base dei prezzi dei future sui tassi d'interesse statunitensi, il mercato prevedeva che la Fed avrebbe effettuato il primo rialzo a maggio e che per fine anno l'incremento sarebbe stato di 77 punti base (pb). Nel corso del mese, i mercati hanno scontato un orientamento sempre più restrittivo della Fed sulla scia della pubblicazione del verbale della riunione di dicembre del Federal Open Market Committee (FOMC), dell'audizione del Congresso che ha confermato il presidente Powell alla guida della Banca centrale americana e della riunione di gennaio del FOMC sull'orientamento della politica monetaria. Di conseguenza, al momento le previsioni indicano un rialzo dei tassi statunitensi a marzo e incrementi che, quest'anno, dovrebbero comportare complessivamente un inasprimento di almeno 100 pb. Ciò ha provocato una tendenza al rialzo sia dei tassi d'interesse che del dollaro, con i Treasury decennali USA su nuovi massimi rispetto agli ultimi due anni.

Le contromosse del prezzo dell'oro sono relativamente effimere

Apparentemente, queste dinamiche sono negative per i prezzi dell'oro. Tuttavia, il 25 gennaio il mercato dell'oro ha sfiorato il massimo mensile di 1.853 dollari, con andamenti altalenanti. La tenuta dell'oro non è durata a lungo visto che il 26 gennaio i commenti del presidente Powell a margine della riunione del FOMC hanno spinto l'U.S. Dollar Index vicino ai massimi di breve termine e il metallo giallo ha capitolato chiudendo il mese a 1.797,17 dollari, con una perdita di 32,03 dollari (1,8%). I titoli auriferi hanno replicato l'andamento rialzista dell'oro per poi calare e chiudere il mese con perdite del 5,7% per l'NYSE Arca Gold Miners Index (GDMNTR)1 e dell'8,6% per l'MVIS Global Junior Miners Index (MVGDXJTR).2

Il vento può cambiare nel mercato dell'oro

Una delle caratteristiche peculiari del modesto andamento del mercato aurifero nell'ultimo anno è quella dei riscatti degli ETP su oro fisico, che segnalano l'insufficiente domanda di investimenti, soprattutto da parte degli investitori istituzionali. Tuttavia, il 21 gennaio l'SPDR Gold Shares (GLD) – il più grande ETF su oro a livello mondiale – ha registrato il maggior numero di sottoscrizioni in dollari di sempre (1,63 miliardi di dollari). In termini di volumi, è stato il maggior afflusso dal 21 settembre 2020. Il rallentamento dei riscatti illustrato dal grafico indica che le pressioni di vendita sono perlopiù superate, mentre le recenti cospicue sottoscrizioni segnalano una ripresa della domanda di investimenti.

L'inflazione sta finalmente spingendo gli investitori a puntare di nuovo sull'oro?

L'inflazione sta finalmente spingendo gli investitori a puntare di nuovo sull'oro?

Fonte: Bloomberg. Dati aggiornati al 2 febbraio 2022. Non costituisce una raccomandazione ad acquistare o vendere qualsivoglia titolo. Le performance passate non sono indicative dei risultati futuri.

Che cosa monitorare oltre alla domanda d'investimento in oro

Nonostante l'andamento sottotono degli investimenti in ETF su oro fisico, il rapporto sulle tendenze della domanda di oro nel 2021 del World Gold Council's (WGC) mostra che tutti gli altri settori di utilizzo del metallo giallo registrano un maggiore fabbisogno.

  • Gioielleria – Il consumo di gioielli è cresciuto del 52% rispetto al 2020, riportandosi ai livelli del 2019. Nel 2021, la domanda indiana è quasi raddoppiata sfiorando il massimo di sei anni e segnando un andamento vigoroso nel quarto trimestre, trainato da una domanda repressa nel periodo delle festività. La domanda di gioielli negli Stati Uniti è aumentata del 26%, il maggiore incremento degli ultimi 12 anni. Il WGC spiega questo andamento con la mancanza di concorrenza per la spesa discrezionale vista la stasi che ancora caratterizza il settore dei viaggi e dell'intrattenimento.
  • Lingotti e monete – La domanda di lingotti e monete è aumentata del 31% su base annua, sfiorando un massimo di otto anni, grazie soprattutto a Cina, Stati Uniti e Germania. La domanda cinese di lingotti e monete è cresciuta del 44%, toccando un massimo triennale. Anche Stati Uniti e Germania hanno segnato nuovi record. La domanda di lingotti e monete è in netto contrasto con i deflussi registrati per gli ETF su oro fisico, un andamento che si spiega con la diversa tipologia di investitori. La domanda di monete è espressa prevalentemente dagli investitori retail, mentre la domanda di lingotti fa capo agli investitori high net worth; in entrambi i casi si tratta di figure più vicine a "Main Street", dove l'inflazione e i rischi legati alla pandemia svolgono un ruolo centrale. Per gli ETF su oro fisico prevalgono, invece, gli investitori istituzionali che sono più vicini a "Wall Street" dove l'oro compete con numerosi altri investimenti venuti recentemente alla ribalta.
  • Produzione industriale – L'utilizzo di oro nel settore tecnologico è cresciuto del 9%, toccando un massimo triennale. Tra le applicazioni in campo elettronico figurano LED, schede di circuiti stampati, chip di memoria dinamica ad accesso casuale (DRAM) e tecnologia wireless che comprende automobili, satelliti, sensori d'immagine 3D e smartphone.
  • Banche centrali – La domanda delle Banche centrali è aumentata dell'82%, portando le riserve globali in prossimità di un massimo trentennale. Nel 2021 i maggiori acquirenti sono stati Tailandia, India, Ungheria, Brasile, Uzbekistan e Singapore. La tendenza ad aumentare la quantità di oro detenuto nelle riserve monetarie è davvero globale.

La politica espansiva della Fed al giro di boa…

Presto la Fed porrà fine all'allentamento quantitativo (QE) e comincerà a innalzare i tassi. Anche se Washington spenderà sempre grosse quantità di denaro altrui, sembra che anche i pacchetti di stimoli multimiliardari arriveranno al capolinea. Tramite il QE la Fed ha spiazzato il settore privato, finanziando oltre il 50% dell'intero fabbisogno di debito pubblico dal 2010. Inoltre, la Fed detiene oltre il 30% di tutti i titoli garantiti da ipoteca coperti da assicurazione federale. Tutte queste misure di stimolo hanno distorto i mercati e i segnali di prezzo che inviano agli investitori. Ad esempio, la curva dei rendimenti si è appiattita in una fase di rafforzamento delle aspettative di inflazione, esattamente il contrario di quel che è avvenuto negli ultimi cicli inflazionistici. L'ultima volta che sono stati registrati tassi reali altrettanto negativi come quelli del 2021 è stato nel 1974, quando l'indice S&P 500 (SPXTR)3 perse il 37%. Nel 2021, invece, lo stesso indice alimentato dalle misure di stimolo ha guadagnato il 29%.

I mercati potrebbero aver bisogno di un sostegno

A gennaio, la consapevolezza di un'economia priva di stimoli ha spinto al ribasso molti dei principali indici azionari. La volatilità dei primi giorni dell'anno sembra annunciare un 2022 di estrema incertezza, mentre il sistema finanziario tenta di ripristinare lo stato di normalità. Se completata con successo, la transizione comporterà per anni variazioni dei tassi di 25 punti base e lo smaltimento di Treasury e titoli garantiti da ipoteca per migliaia di miliardi. Dubitiamo che il sistema possa tornare alla normalità senza pagare il prezzo di una maggiore, forse estrema, volatilità di mercato e di conseguenze indesiderate.

Finora, l'oro non è stato coinvolto nella volatilità dei mercati. La sua performance di gennaio – attorno ai 1.800 dollari – è stata monotona, identica a quella che ormai registra da oltre un anno. In un mercato del genere, forse la monotonia non guasta. Tuttavia, ci aspettiamo di più dall'oro nel 2022. Con l'emergere dei rischi legati a una politica di inasprimento della Fed e la continua crescita degli altri fattori di stimolo dell'inflazione, il metallo giallo dovrebbe sovraperformare.

Non mancheranno i problemi di approvvigionamento

Il Wall Street Journal segnala una crescente congestione dei porti sulla East Coast, mentre a gennaio la coda di navi in attesa di entrare nei porti della California meridionale ha raggiunto livelli senza precedenti. Le scorte di chip a semiconduttore delle imprese americane sono ulteriormente diminuite a meno di cinque giorni. McDonald's Corp. ha dichiarato di aspettarsi quest'anno quasi un raddoppio dei costi dei generi alimentari, della carta e di altri materiali negli Stati Uniti. Inoltre, la maggior parte degli investimenti esteri diretti non saranno destinati ad aumentare la produzione. La Conferenza delle Nazioni Unite sul commercio e lo sviluppo (UNCTAD) ha mostrato che il numero dei nuovi progetti per espandere la capacità produttiva scesa nel 2021 resterà di gran lunga inferiore rispetto al 2019. Gli investimenti esteri sono utilizzati per acquistare attività esistenti, piuttosto che progetti "greenfield" che espandono la produzione.

L'insegnamento storico della pandemia: l'inflazione

L'ultima pandemia paragonabile in termini di letalità è scoppiata oltre un secolo fa in un mondo già provato dalla Prima Guerra Mondiale, ma è indubbiamente, l'unica che possiamo utilizzare per un confronto. La spesa per finanziare una guerra può probabilmente essere assimilata a quella per combattere la pandemia da coronavirus. L'inflazione salì al 18% nel 1918, al 14,6% nel 1919 e al 15,6% nel 1920. Sebbene non prevediamo un'inflazione a doppia cifra in questo ciclo post-pandemico, se il livello dei prezzi resta alto per diversi anni il sistema finanziario non sarà in grado di tornare alla normalità per molto tempo. Questo potrebbe gettare le basi per un contesto in cui l'oro e i titoli auriferi riescono a prendere il volo.

1Il NYSE Arca Gold Miners Index (GDMNTR) è un indice ponderato per la capitalizzazione di mercato modificata che comprende società quotate in borsa operanti principalmente nel settore dell'estrazione dell'oro. 

2L'MVIS Global Junior Gold Miners Index (MVGDXJTR) è un indice basato su regole ponderato per la capitalizzazione di mercato modificata e rettificata per il flottante che comprende un universo globale di società quotate in borsa a piccola e media capitalizzazione, che generano almeno il 50% dei propri ricavi dall'estrazione di oro e/o argento e possiedono beni immobili che una volta sviluppati hanno il potenziale di generare almeno il 50% dei ricavi dall'estrazione di oro o argento, ovvero investono principalmente in oro o argento. 

3L'indice S&P 500 (SPXTR) è un indice del mercato azionario che segue la performance di 500 grandi società quotate sulle borse statunitensi.

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