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L'offerta di bitcoin è scarsa

04 febbraio 2021

 

Da marzo 2020 il prezzo del bitcoin ha toccato otto massimi: partito da 5.000 dollari è arrivato a poco meno di 40.000 dollari a metà gennaio di quest'anno. La vera ragione alla base del rally è che gli investitori istituzionali stanno comprando la criptovaluta. Perché? Perché temono il sopraggiungere dell'inflazione e vogliono puntare su un asset che non può essere deprezzato dalla continua creazione di offerta di moneta.

Analogamente all'oro, il bitcoin offre una notevole protezione contro l'inflazione. Non potranno mai esserci più di 21 milioni di bitcoin, come illustra la magica equazione su cui si basa la politica monetaria del bitcoin (ossia l'offerta, cfr. di seguito).

L'offerta di bitcoin è regolata da una formula matematica

L'offerta di bitcoin è regolata da una formula matematica

Fonte: Bitcoin Wiki.

L'equazione stabilisce che dopo 32 periodi di "dimezzamento" (noti come "periodi di halving") l'offerta di nuovi bitcoin cessi del tutto. Fino ad allora, l'offerta si ridurrà gradualmente. Ogni 210.000 blocchi, o quote di nuova emissione, l'offerta si dimezza come indica il termine "periodo di dimezzamento". A fine 2020 era stato già estratto circa l'88% del numero complessivo di bitcoin futuri, ossia circa 18,5 milioni di bitcoin. Se la carenza di offerta dovesse accentuarsi, solo una quota di questi bitcoin sarebbe disponibile per la negoziazione.

I wallet perduti

Un numero sorprendente di bitcoin è andato effettivamente perduto, talvolta con un costo di milioni di dollari per i proprietari. Alcuni titolari hanno smarrito le chiavi di accesso o hanno dimenticato le password per entrare nei propri wallet digitali, con conseguenze gravose.

Quando, ad esempio, nel 2013 uno dei primi miner buttò via il proprio disco rigido, andarono persi circa 7.500 bitcoin. Dopo la morte del CEO di QuadrigaCX, un exchange canadese di criptovalute, si sono perse le tracce di altre migliaia di bitcoin. Oggi i bitcoin persi varrebbero più di 200 milioni di dollari.

Nessuno sa con esattezza quanti bitcoin mancano all'appello; secondo alcune stime dovrebbero essere almeno 3 milioni, ossia il 16% dell'attuale offerta.

I bitcoin inutilizzati di Satoshi

Anche il misterioso autore del documento programmatico del bitcoin – Satoshi Nakamoto – ne ha fatti sparire un po'. Essendo il creatore del bitcoin, è stato uno dei primi miner. Secondo le stime di Whale Alert, il principale portale di monitoraggio delle transazioni in criptovalute, Satoshi "ha effettuato estrazioni fino al blocco 54.316 ottenendo 1.125.150 bitcoin"1.

L'ultimo post di Satoshi su bitcointalk.org

L'ultimo post di Satoshi su bitcointalk.org

Fonte: bitcointalk.org il 12 dicembre 2010.

Quando il 12 dicembre 2010 Satoshi è uscito da bitcointalk.org ed è scomparso, i bitcoin che aveva originariamente estratto sono rimasti inutilizzati e lo sono tuttora, il che riduce di un altro 6% la quantità di bitcoin in circolazione.

Gli "HODLer"

I cosiddetti HODLer (da "hold" o "hodl" (tieni), l'acronimo di "hold on to dear life" (tieni duro per rimanere in vita), sono gli irriducibile sostenitori del bitcoin. Potrebbero essere assimilati ai seguaci devoti di Elon Musk, fondatore di Tesla, la società che produce vetture elettriche. Gli HODler "mantengono l'investimento in bitcoin e non cedono neppure se i prezzi crollano"2. Non vendono neanche quando il bitcoin tocca nuovi massimi, com'è accaduto nelle scorse settimane.

Molti utenti di bitcoin utilizzano wallet su exchange (i cosiddetti "wallet custodial") per conservare i bitcoin. Questi accumulatori non possono essere identificati quando utilizzano conti omnibus. Tuttavia, una volta che prelevano bitcoin utilizzando la chiave pubblica, possono essere categorizzati e monitorati. Glassnode, il provider di dati e informazioni sulla blockchain classifica questi indirizzi come "indirizzi di accumulazione", chiavi di accesso che hanno ricevuto bitcoin in passato, ma non li hanno mai venduti.

Bitcoin: saldo totale negli indirizzi di accumulazione

Bitcoin: saldo totale negli indirizzi di accumulazione

Fonte: Glassnode.com.

Secondo Glassnode, 2,7 milioni di bitcoin sono detenuti in questi "indirizzi di accumulazione" e rappresentano più del 14% dell'offerta.

Le tesorerie della nuova era

Tra i detentori di bitcoin a lungo termine figurano ormai diverse tesorerie aziendali. Uno degli argomenti più discussi nel mondo dei bitcoin è la decisione presa nel luglio 2020 da Microstrategy Inc. – una società statunitense di business intelligence – di investire interamente le disponibilità della sua tesoreria per un valore di 500 milioni di dollari. La società, guidata dal CEO Michael Saylor, ha poi emesso obbligazioni convertibili per 650 milioni di dollari al solo scopo di acquistare bitcoin3. Al 21 dicembre 2020 la società deteneva 70.470 bitcoin, ovvero lo 0,38% dell'offerta totale circolante4. Saylor ha anche dichiarato di aver accumulato personalmente 17.732 bitcoin5.

Microstrategy potrebbe essere il sostenitore più dichiarato del bitcoin in quanto investimento di tesoreria, ma anche altre aziende hanno seguito le sue orme. Una delle prime è stata la società di pagamenti Square Inc. di Jack Dorsey's (CEO di Twitter) che ha investito circa 50 milioni di dollari per acquistare 4.709 BTC.

Società che detengono bitcoin come attività patrimoniali

Società che detengono bitcoin come attività patrimoniali

Fonte: Bitcoin Treasuries, al 23 dicembre 2020.

Molte altre società quotate e private, alcune coinvolte originariamente nell'ecosistema degli asset digitali, hanno iscritto a bilancio esposizioni in bitcoin molto prima che Microstrategy annunciasse i propri acquisti.

Aumentano gli investitori

La crescente accettazione di bitcoin tra gli investitori istituzionali contribuisce a dare forza alla criptovaluta. Aumenta sempre più il numero di veicoli che offrono agli investitori istituzionali accesso a questa asset class emergente. Negli Stati Uniti, un importante fondo d'investimento ha accumulato circa 775.000 bitcoin, circa il 4% dell'offerta totale circolante. In Europa, diversi emittenti di ETP (tra cui VanEck) hanno quotato ETP su borse regolamentate, comprese Deutsche Börse Xetra, SIX Swiss Exchange e NASDAQ Stockholm e consentono un accesso facile e basato su regole. Sebbene questi veicoli non abbiano in deposito una quantità di bitcoin paragonabile a quella del fondo d'investimento statunitense, l'adozione della criptovaluta sta accelerando.

Numero di quote in circolazione per gli ETP europei basati su bitcoin

Numero di quote in circolazione per gli ETP europei basati su bitcoin

Fonte: VanEck, al 31 dicembre 2020.

Tutto ciò suggerisce che la scarsità dell'offerta di bitcoin è maggiore di quanto gli osservatori non credano ed è più importante che mai. Al crescere dell'interesse delle aziende e degli investitori corrisponde una contrazione dell'offerta. Molti risultati sono imprevedibili, dato il continuo evolversi della situazione in un contesto in cui le Banche centrali aumentano l'offerta di moneta e le asset class si moltiplicano. Una cosa, però, non cambia: l'offerta molto limitata che sostiene il valore del bitcoin.

Ulteriori informazioni sull'investimento in bitcoin


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