Skip directly to Accessibility Notice

Cosa significa per gli investitori la biforcazione tra Cina e America Latina

11 agosto 2020

Durata video 9:05

Il Portfolio Manager, David Semple, ci racconta quali sono a suo avviso i possibili effetti delle relazioni sino-statunitensi sugli investitori e le caratteristiche del nostro approccio all'investimento in America Latina segnalando, inoltre, le società a crescita strutturale presenti nella nostra strategia.

Jenna Dagenhart: Buongiorno e benvenuti su Asset TV. Oggi è con me David Semple, Portfolio Manager per le strategie Emerging Markets Equity di VanEck. David, cosa ne pensi della situazione tra Stati Uniti e Cina e del recente progetto di legge presentato al Senato? Raccontaci del delisting degli emittenti cinesi dalle borse statunitensi e dell'annuncio riguardante Hong Kong e le sue implicazioni. Ci saranno conseguenze per la strategia Emerging Markets Equity?


David Semple: Salve, Jenna. Grazie per l'invito. La questione è piuttosto complessa perché ha molte sfaccettature. Si tratta di uno scenario in rapida evoluzione che tocca diversi aspetti delle relazioni tra Stati Uniti e Cina, e nelle maggior parte dei casi i cambiamenti non sono molto positivi. Direi che vi è un chiaro deterioramento dei rapporti tra i due paesi. Le ragioni sono tante. Alla fine, è in gioco il potere crescente della Cina e la sua volontà di esercitare tale potere in un contesto globale più ampio. Tuttavia, sono emerse alcune questioni specifiche.


Innanzi tutto, va considerata la dinamica delle relazioni commerciali, dove lo scorso anno abbiamo visto un accordo di fase 1. Non credo che sarà annullato. Penso davvero che sia l'unico successo dell'amministrazione americana sulla Cina. Pur essendo convinto che la Cina si sforzerà di tener fede ai propri impegni, vi sarà spazio per una certa flessibilità, non fosse che per il fatto che abbiamo dovuto fronteggiare l'emergenza virus nel primo semestre dell'anno. Tuttavia, al di là degli aspetti commerciali, si è creata una sorta di "biforcazione" che coinvolge le tecnologie e i mercati dei capitali. E le ADR fanno parte di quest'ultimo ambito.


È una questione strana ed è complicato spiegare perché si è venuta a creare: si tratta essenzialmente del fatto che il Public Company Accounting Oversight Board degli Stati Uniti non ha la possibilità di verificare i documenti degli audit condotti dai revisori in Cina sulle ADR. Di fatto, i cinesi lo hanno impedito. E quindi il Board ha detto "Ci spiace, su questo non ci può essere accordo. Diffidiamo del grado di trasparenza dei bilanci". Sebbene ciò possa sembrare miope se riferito ai giganti dell'imprenditoria cinese, va ricordato che vi sono anche piccolissime società cinesi quotate in borsa che emettono ADR.


La questione è in questi termini. "Se la proposta di legge è approvata così com'è stata presentata, nella formulazione che ha già in parte superato l'iter legislativo, ciò significa che il collocamento delle ADR deve essere revocato". Vi sarà probabilmente un periodo di transizione, probabilmente di tre anni, secondo quanto previsto al momento nel progetto di legge. In questa finestra temporale le ADR cinesi (o quanto meno la maggior parte di esse, quelle che fanno capo a società di grandi dimensioni) potranno cercare un'alternativa, il che molto probabilmente significa ottenere una quotazione secondaria sulla borsa di Hong Kong


che potrebbe diventare la quotazione primaria in futuro, se il delisting fosse confermato. Per gli investitori istituzionali come noi non fa davvero differenza in quale borsa sono negoziate le ADR. Queste azioni saranno fungibili nel periodo di transizione. Di conseguenza, il premio o lo sconto sarebbe davvero minimo. Il costo di trasferimento da una borsa all'altra è bassissimo. Ciò può tuttavia significare che determinati soggetti – ETF o alcuni investitori retail negli Stati Uniti – non potranno acquistare le ADR perché sono quotate a Hong Kong. D'altro canto, non subito ma in un secondo momento, una volta quotate sulla borsa di Hong Kong queste azioni potranno essere acquistate dagli investitori della Cina continentale tramite il programma Southbound Stock Connect.


E quando gli investitori della Cina continentale hanno le redini in mano, corrono alla grande, come abbiamo potuto osservare negli ultimi giorni nei mercati cinesi. Al momento, quindi, secondo questa metodologia possono acquistare i titoli di Alibaba, e probabilmente lo faranno l'anno prossimo, di questi tempi. E la stessa cosa potrebbe accadere ad altre ADR a mano a mano che ottengono una quotazione secondaria alla borsa di Hong Kong. Su questo fronte non sono particolarmente preoccupato. In prospettiva è la questione tecnologica quella più rilevante, più difficile da gestire.


Jenna Dagenhart: Grazie David. Lasciamo l'Asia e passiamo ad altre regioni, ad esempio l'America Latina. Qual'è a tuo avviso la situazione dei mercati emergenti in quella regione? Continui a detenere posizioni in società latinoamericane?


David Semple: Prima ho utilizzato il termine biforcazione. Credo che le forniture al mondo emergente in generale – sia sul fronte economico sia su quello medico – lascino a desiderare e sfortunatamente l'America Latina può essere considerata oggi il "punto caldo" della pandemia di COVID. Ritengo che in molti paesi latinoamericani non vi siano necessariamente le infrastrutture mediche di cui dispone il Nord-Est asiatico e che la regione non abbia margini o capacità fiscale per affrontare questo problema. È tuttavia importante comprendere che noi investiamo in titoli, in società. Investiamo in situazioni legate a singoli titoli, spesso estremamente idiosincratiche. Pertanto, anche se il quadro macroeconomico sembra complicato in paesi quali Brasile e Messico, è possibile trovare società estremamente interessanti.


Ovviamente abbiamo rivisto radicalmente le nostre previsioni su quelle società alla luce degli avvenimenti del primo semestre dell'anno e, nella maggior parte dei casi, non abbiamo avuto sorprese. Con ciò non voglio dire che queste società non abbiano subito ripercussioni, ma solo che probabilmente per loro l'impatto è stato minore di quanto non sia stato per i mercati in generale.


Jenna Dagenhart: Infine, David, esaminando più da vicino il tuo portafoglio, potresti darci un paio di esempi di quello che ha o non ha funzionato in questo contesto di rapidi cambiamenti? Vi sono società con prospettive di crescita strutturale a lungo termine nella strategia?


David Semple: Beh, soprattutto nel settore della sanità abbiamo due o tre società in Cina che hanno tratto beneficio da questa contingenza. Una, di cui ho già accennato in questo forum, è Ping An Good Doctor. È la più grande società al mondo che fornisce servizi di telemedicina e i suoi risultati sono eccellenti. Il governo cinese ha bisogno di abbassare il costo della fornitura di servizi sanitari e naturalmente le consultazioni mediche virtuali e le ricette elettroniche vanno in questa direzione. Ping An Good Doctor è leader in Cina.


Tuttavia, anche in termini di innovazione la Cina sta andando a gonfie vele, puntando al settore farmaceutico. Un'altra delle società in cui abbiamo investito è Wuxi Biologics, che produce farmaci biologici, ma fornisce anche servizi di ricerca. In pratica, quando qualcuno ha un interessante farmaco biologico potenziale, la società effettua la ricerca e poi, individuata la molecola, procede alla produzione. Sta lavorando con molti dei migliori protagonisti dell'industria farmaceutica mondiale.


La società si trova in una fase straordinaria della sua storia, con la possibilità di partecipare ai benefici dei successi che potrebbero eventualmente scaturire da questo processo, anche su scala globale. È un settore molto interessante per noi.


Abbiamo, invece, avuto maggiori difficoltà in un altro campo stimolante, quello del microcredito. Va detto che, da un punto di vista generale, ci piace il microcredito perché consente agli strati più sfavoriti della popolazione di svolgere attività economiche. Fornisce capitali a persone che altrimenti non ne avrebbero accesso e che quasi sempre li utilizzano per fini produttivi. È, quindi, un'attività che ha un impatto molto positivo sugli strati più bassi della società. Ma, nel bene e nel male, la ragione per cui le banche tradizionali non riescono a competere in questo segmento è che gli operatori del microcredito concedono prestiti in base a criteri sociali.


La loro presenza sul posto è d'obbligo. Bisogna essere lì, andare a bussare alle porte e generare prestiti. Bisogna educare la propria platea di debitori e riscuotere gli interessi seguendo di solito un cerimoniale sociale. Di conseguenza, una fase di lockdown, non può che creare difficoltà a queste aziende. In questa situazione contingente hanno subito qualche contraccolpo, ma fortunatamente nel secondo trimestre hanno recuperato alla grande. Restiamo convinti che nel lungo periodo gli operatori del microcredito realizzeranno ottimi risultati capitalizzando sulla caratteristica multi-business legata all'approccio sociale che utilizzano. E questo emergerà col passare del tempo.


Jenna Dagenhart: E si tornerà alla normalità.


David Semple: Speriamo.


Jenna Dagenhart: Bene, David, grazie per la tua disponibilità. È stato un piacere averti con noi.


David Semple: Piacere mio. Grazie infinite.


Jenna Dagenhart: Grazie per averci seguito. Era David Semple, Portfolio Manager per le strategie Emerging Markets Equity presso VanEck. Jenna Dagenhart, Asset TV. Per ricevere aggiornamenti periodici dagli esperti di VanEck, visitare la pagina vaneck.com/ucits/subscribe.