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In che modo gli investimenti dei millennial cambiano il mercato

11 ottobre 2021

 

Gli investitori millennial stanno ricevendo uno dei più grandi trasferimenti di ricchezza della storia e, in questa fase di transizione, assumono comportamenti d'investimento diversi da quelli dei loro predecessori. In questo commento proviamo ad approfondire i loro comportamenti e le loro tendenze e a capire in che modo possono influenzare i processi e le decisioni d'investimento. Comprendere i millennial e il loro processo d'investimento consente di analizzare la direzione degli investimenti futuri e le tendenze che potrebbero essere seguite dalle generazioni a venire.

I millennial dovrebbero ereditare 24.000 miliardi di dollari1

Il 2020 ha dato il via a uno dei maggiori trasferimenti di ricchezza della storia, con i millennial che hanno cominciato a ereditare patrimoni dai propri genitori. Questo trasferimento ha coinciso con il diffondersi della pandemia e i lockdown e, in alcune circostanze sfortunate, è stato accelerato dalle morti da COVID e dai conseguenti lasciti. I millennial – quelli nati tra il 1981 e il 1997 di età compresa tra i 24 e i 40 anni – cominciano a entrare in una fase della vita in cui crescono i redditi; si troveranno a ereditare, entro il 2030, circa 24.000 miliardi di dollari.1 Questo trasferimento ha innescato una serie di cambiamenti nel panorama degli investimenti in quanto il comportamento dei millennial è estremamente diverso da quello delle precedenti generazioni.

La visione di ricchezza dei millennial

Malgrado si presuma che i millennial siano meno maturi, il loro senso di responsabilità finanziaria ci dice che sono pronti ad affrontare le implicazioni di una eredità. Coloro che hanno già sperimentato questo trasferimento di ricchezza hanno dimostrato di comprendere bene che cosa comportino i lasciti. Tra questi, molti si sono dati da fare per ampliare le proprie conoscenze su come gestire il proprio patrimonio e hanno chiesto a professionisti di assisterli in questo processo formativo. Rispetto ai baby boomer e agli esponenti della generazione X (i cosiddetti "gen X"), i millennial solitamente iniziano il processo di educazione finanziaria precocemente, intorno ai 20 anni, rispetto ai 25 anni dei gen X e ai 32 dei baby boomer. All'interno di questo gruppo, circa il 69% preferisce fare autonomamente ricerche in ambito finanziario, il 53% cerca l'assistenza di persone competenti, il 49% legge la stampa finanziaria e il 46% gestisce già i propri investimenti. Le loro iniziative in questi ambiti ci fanno capire che i millennial hanno una forte sensibilità finanziaria che li prepara a gestire le eredità future.2

Oltre ad essere preparati, i millennial sono consapevoli che dovranno fare da guida anche ai propri eredi. Dopo aver ricevuto qualche imbeccata e aver condotto ricerche autonome, coloro che ereditano un patrimonio vogliono essere certi che i loro eredi siano persino più preparati. Molti ritengono che avrebbero potuto ricevere una formazione o una guida migliore e circa il 53% si sforza di fornire un maggiore sostegno ai futuri eredi.3 Una clausola che molti intendono prevedere è che l'eredità sia distribuita nel corso degli anni e non percepita in un'unica soluzione. Così facendo, i millennial attuano prassi finanziarie molto proattive e lungimiranti.

Rispetto ai propri predecessori, gli eredi millennial hanno maturato esperienze diverse che hanno determinato il modo in cui accumulano ricchezza e scelgono di gestire il proprio denaro. Alcuni di questi investitori ricordano il crollo delle borse del 2008-2009 e le sue ripercussioni sul mercato delle abitazioni e sull'economia. Quella recessione ha rallentato l'accumulo della loro ricchezza e, di conseguenza, l'acquisto di un'abitazione propria. In genere, la proprietà di un'abitazione è molto più diffusa tra i millennial milionari, molto facoltosi (92%), i quali considerano l'investimento immobiliare un mezzo per acquisire ricchezza; di contro, solo il 63% circa del totale dei millennial possiede una casa.4

Pratici, tecnologicamente esperti e orientati al valore

I millennial sono fortemente interessati agli aspetti concreti della vita, alla tecnologia, all'equilibrio tra attività professionale e vita privata, ai valori e alla beneficenza.

Con la continua crescita delle città, aumentano i servizi di condivisione delle corse in auto e diminuiscono le aree di parcheggio. Ed è così che i millennial scoprono di essere più interessati agli aspetti pratici che non alle apparenze se si tratta di possedere un veicolo. Molti hanno scelto di non acquistarne uno e di ricorrere, invece, ai servizi di condivisione o al trasporto pubblico. Quelli che invece l'auto la vogliono acquisteranno più probabilmente una berlina in quanto i prezzi del combustibile aumentano ed è sempre più difficile trovare parcheggio all'interno delle città.

I millennial sono i maggiori utenti delle piattaforme di social media e sono forti consumatori di informazioni e tecnologie digitali. La tecnologia fa parte di ogni aspetto della loro vita: incide su come si informano, come restano connessi, come fanno ricerca e acquisti. Osserviamo questa tendenza anche in ambito bancario. I millennial sono più propensi a utilizzare piattaforme online di gestione del denaro e a prendere le distanze dalle banche tradizionali.

Quando cercano un lavoro, oltre allo stipendio e ai fringe benefit ai quali assegnano la massima priorità, i millennial guardano sempre più ai valori che ispirano la società in cui lavorano e all'esigenza di mantenere un equilibrio tra vita lavorativa e vita privata. Sulla scia della crescente sensibilizzazione della popolazione ai temi sociali, sul posto di lavoro alcuni millennial non sono più disposti a scendere a compromessi su determinati aspetti; circa il 56% degli intervistati ha dichiarato di aver evitato di lavorare per una determinata società perché non condividevano i suoi valori o il suo comportamento e una percentuale quasi simile si è rifiutata di accettare – per le stesse ragioni – incarichi specifici.5 Flessibilità, salute mentale ed equilibrio tra lavoro e vita privata hanno la massima priorità tra i dipendenti millennial i quali prediligeranno maggiormente le società che promuovono l'attuazione di questi principi.

Una maggiore sensibilità sociale e un maggiore senso di responsabilità dà ai millennial la voglia di donare in beneficienza. I millennial cercano di seguire le cause che hanno a cuore e scelgono di utilizzare il proprio denaro per sostenere iniziative socialmente responsabili. Ciò potrebbe far aumentare le donazioni per beneficienza da parte dei millennial la cui sensibilità sociale si ripercuote anche sugli investimenti.

Tendenze di investimento: i millennial prediligono gli investimenti ESG e le cripto-attività

I millennial sono fortemente motivati a investire in modo responsabile in quanto le generazioni più giovani hanno una notevole sensibilità ai temi sociali. Con la disponibilità immediata delle informazioni e la connessione costante con i social media e i canali d'informazione, i millennial e gli investitori più giovani sono maggiormente esposti ai problemi che affliggono il mondo. L'investimento che pone al centro i principi ambientali, sociali e di governance (ESG) è quello privilegiato dai millennial e dalle giovani generazioni che sono più interessati a investire in società che sostengono i loro valori piuttosto che in società che potrebbero semplicemente offrire ritorni elevati. Questi investitori dimostrano il proprio senso di responsabilità sociale esaminando accuratamente le società candidate, l'impatto che queste producono sull'ambiente, le loro attività eco-consapevoli, le loro politiche di sostenibilità, diversità e inclusione; poi investono di conseguenza.

L'esposizione a concetti digitali e virtuali è innata nella formazione dei millennial e fa sì che essi si sentano a proprio agio con gli investimenti in cripto-attività che, invece, le vecchie generazioni sembrano scansare. Questi giovani investitori sono già predisposti all'uso della tecnologia e riescono a sfruttarla appieno convincendo, magari, gli altri a seguire il loro esempio. Intuiscono facilmente il concetto di portafogli digitali e di criptovalute in quanto sono stati educati alla digitalizzazione in giovane età, ben prima di quanto non sia accaduto alle generazioni precedenti. Sentendosi a proprio agio in questo spazio, i millennial possiedono più asset digitali di qualunque altra generazione. Gli asset digitali presentano molte caratteristiche seducenti: la negoziazione è ininterrotta, 24 ore su 24; le cripto-attività offrono la possibilità di realizzare velocemente ritorni elevati; le app di finanza decentralizzata (DeFi) non sono regolamentate e consentono una gestione online decentrata del proprio denaro e, infine, hanno una bassa correlazione con gli attivi tradizionali.

A mano a mano che i millennial continueranno a ereditare patrimoni dai baby boomer nei prossimi 10-15 anni, questa tendenza agli investimenti ESG e alle criptovalute continuerà a rafforzarsi.

1 Fonte: Deloitte 2015

2 Fonte: RBC Wealth Management 2017

3 Fonte: RBC Wealth Management 2017

4 Fonte: Coldwell Banker Global 2019

5 Fonte: Deloitte 2021

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