Skip directly to Accessibility Notice

Innovazione, differenziazione, sapersi muovere

15 luglio 2019

 

La pazienza è la virtù degli investitori auriferi, che ne sono fin troppo consapevoli. Nelle prime settimane di giugno, quando ogni giorno i notiziari scompigliavano i mercati riportando le ultime dichiarazioni sul fronte della guerra commerciale e parlando di potenziali tagli ai tassi di interesse della Federal Reserve statunitense (Fed), l’oro ha registrato un rialzo, stuzzicando l’interesse degli investitori di lungo termine (o perlomeno quelli con investimenti come minimo quinquennali). Con un trend che puntava al livello di resistenza di $ 1.365, molti si attendevano che l’oro sarebbe riuscito a uscire da quell’andamento laterale che lo imprigionava sin dal 2014. Purtroppo, proprio quando le quotazioni del metallo si stavano avvicinando a quel livello critico, l’arrivo di notizie positive sul fronte commerciale ha fugato i timori degli investitori, riportando i corsi auriferi nella fascia consueta.

Più di recente, però, l’oro è riuscito a superare il livello di resistenza critico quando la Fed ha lasciato intendere la possibilità di nuovi tagli ai tassi di interesse per stimolare l’economia. Tali indicazioni prospettiche, giunte in seguito ad analoghe dichiarazioni della Banca Centrale Europea e insieme a un nuovo inasprimento delle tensioni geopolitiche, hanno ravvivato i timori di rischi macroeconomici e finanziari. Questo contesto in continua evoluzione, che forse darà il via alla prossima fase rialzista dell’oro, apre prospettive positive per il metallo, anche grazie alla trasformazione endogena che il settore stesso ha vissuto negli ultimi anni, con un aumento dell’attenzione verso la generazione di valore per gli azionisti, anziché verso il conseguimento della crescita a tutti i costi.

Due dei principali artefici di questa evoluzione hanno partecipato alla quarta edizione dell’annuale Natural Resources Conference di VanEck. Si tratta dei Chief Executive Officer di due delle più importanti società aurifere a livello mondiale: Mark Bristow, presidente e CEO di Barrick Gold Corporation, e Tony Jensen, presidente e CEO di Royal Gold, Inc.

Nonostante questi due dirigenti, e le rispettive società, si inseriscano in modo diverso nelle dinamiche del mercato dell’oro, è molto interessante osservare l’importanza che attribuiscono all’innovazione e a come questa si manifesti nel settore.

Barrick Gold Corporation

In qualità di CEO di Barrick Gold Corporation, Mark Bristow ha tutte le competenze necessarie per parlare delle tendenze del settore aurifero. Pur avendo fatto notizia con il suo contributo diretto alle iniziative societarie di questo settore, l’aspetto forse meno noto del suo operato, in termini di innovazione, è rappresentato dallo stile di gestione e dalla filosofia societaria che ne hanno guidato la carriera, a partire dalla società da lui fondata, Randgold Resources, fino all’assunzione della guida di Barrick Corporation che, dopo la fusione avvenuta negli ultimi mesi dello scorso anno, è oggi la più grande società aurifera mondiale.

Durante la conferenza, Bristow ha parlato delle ultime due recenti iniziative societarie che l’hanno coinvolto in prima persona: la già citata fusione e la joint-venture (JV) con Newmont Mining. Secondo Bristow, l’elemento trainante di entrambi gli accordi è stata la possibilità di aumentare l’efficienza, ridurre i costi e, in ultima analisi, generare benefici per gli azionisti nel lungo termine. La fusione Barrick/Randgold ha rappresentato la prima operazione di simili dimensioni priva di qualsivoglia premio. Allo stesso modo, la JV con Newmont (finalizzata a unificare le attività in Nevada) ha dimostrato la capacità di mettere da parte storiche diversità di vedute per ascoltare le istanze degli azionisti: il fatto di creare una società aurifera di maggiori dimensioni non avrebbe di per sé portato grandi benefici. Nel lungo termine, le sinergie e le attività di collaborazione dovrebbero generare vantaggi per 5 miliardi di dollari a beneficio degli azionisti, grazie all’ottimizzazione della struttura dei costi di una regione mineraria con un lungo passato.

Se da un lato l’innovativo stile di gestione di Bristow ha recentemente suscitato scalpore, dall'altro non bisogna comunque dimenticare l’apprezzamento e l’adozione di nuove tecnologie da parte di questo CEO. A detta di Bristow, la miniera aurifera di Barrick di Kibali, nella Repubblica Democratica del Congo, è la miniera aurifera più automatizzata al mondo. Ubicata nel cuore della giungla e combinando operazioni a cielo aperto e sotterranee (con un pozzo verticale), questa miniera svolge tutte le attività in profondità senza ricorrere alla manodopera umana.

Notevoli progressi sono stati compiuti anche in Nevada. Oggi, per la prima volta nella storia, nei pozzi di Goldstrike i camion a guida umana sono affiancati da camion a guida autonoma. Si tratta di un progresso estremamente significativo, poiché nell’area operativa dei camion a guida autonoma solitamente non è consentita alcuna presenza umana.

Inoltre, la maggior parte delle miniere è ora dotata di macchinari telecomandati e le grandi trivelle in corso di sviluppo funzioneranno automaticamente tra un turno e l’altro. Tutto ciò aumenta enormemente l’impiego efficiente del tempo. Le attività geologiche e di esplorazione sono agevolate dall’uso di droni, mentre l’intelligenza artificiale viene utilizzata per la manutenzione preventiva delle attrezzature. Dai registri e macchinari di trivellazione alla progettazione mineraria finale, passando per la supply chain e l’approvvigionamento, oggi ogni attività risulta integrata. E stando a quanto ci riferisce Bristow, Barrick sta implementando tutto ciò.

Per concludere, Bristow ci ha lasciato con un consiglio da vero mentore: “Se non si sa quale direzione prendere, qualunque percorso intrapreso vi porterà a un traguardo”. Una leadership progressista come quella di Bristow e la costante adozione di idee innovative aprono a chi investe nell’oro chiare prospettive di un futuro più luminoso.

Royal Gold, Inc.

Tony Jensen, presidente e CEO di Royal Gold, Inc., ha iniziato la conversazione mettendo in chiaro il fatto che Royal Gold, società operativa nel settore da quasi 40 anni, non è una società aurifera, ma acquista e gestisce royalty e flussi di reddito inerenti ai metalli preziosi. In parole povere, le società che trattano royalty e flussi di reddito procurano alle società aurifere i finanziamenti necessari a realizzare progetti di estrazione in cambio di cash flow o quantitativi d’oro concordati. Poiché non sostengono costi operativi o di capitale diretti per le attività minerarie, queste società sono a tutti gli effetti investitori in asset minerari, poiché valutano i meriti, i potenziali svantaggi e i rischi che le singole società devono affrontare. Ecco perché le parole di Jensen sulla creazione di valore e sull’innovazione sono particolarmente illuminanti.

È interessante notare che l’obiettivo di Jensen per la propria società (che, per dimensioni, è in questa categoria la terza a livello internazionale) non è l’aumento degli asset per diventare la più grande società di royalty. Jensen ha spiegato che il raggiungimento di determinate dimensioni non è il traguardo. Lo scopo, invece, è di essere la società più redditizia e di maggior valore per gli azionisti. Con soli 23 dipendenti, il punto di forza di Royal Gold è la competenza tecnica, la costante due diligence e il desiderio di mantenere un assetto finanziario solido, per risultare appetibile non solo a chi desidera un’esposizione all’oro, ma a tutti gli investitori in generale. Un elemento preponderante di questa innovativa filosofia è il rigoroso rispetto di una disciplina che accorda la dovuta importanza alla crescita e prevede la restituzione di capitale agli azionisti ogni anno. E infatti la società ha aumentato i dividendi tutti gli anni, sin dal primo pagamento avvenuto nel 2000.

Jensen ha descritto alcune delle innovazioni di cui è stato testimone nei 30 anni trascorsi a operare nel settore aurifero, ad esempio (uno degli sviluppi più recenti) il passaggio da camion da 50 tonnellate a camion da 400 tonnellate oppure l’adozione di veicoli a guida autonoma che, integrandosi con camion di maggiore capacità, concorrono ad abbattere i costi di produzione. Ciò consente di abbassare il tenore limite delle miniere e aumentare le riserve all’interno del profilo produttivo. Tra gli sviluppi futuri, vogliamo menzionare l’ulteriore elaborazione, grazie al GPS, dei metodi di ispezione dei fornelli di esplosione e di tracciatura degli schemi di esplosione, talora a distanza dai fornelli stessi.

In passato, le società del settore aurifero hanno impiegato del tempo a investire capitali nella ricerca e nello sviluppo di nuove tecnologie. Oggi, però, stanno elaborando modi sempre più numerosi di applicare gli sviluppi provenienti da altri settori. Ad esempio, attualmente le società sono in grado di adattare i macchinari esistenti (anziché effettuare investimenti consistenti per l’acquisto di macchinari nuovi e più moderni) affinché raccolgano un flusso di dati continuo che consenta di aumentare la produttività e ridurre al minimo i costi di manutenzione.

Come ha fatto notare un partecipante, tra la tecnologia e una società come Royal Gold esiste un naturale allineamento: una società che investe in royalty o flussi di reddito, infatti, investe sostanzialmente nel tempo. Poiché la tecnologia e l’innovazione prolungano la vita utile di una miniera e consentono di realizzare il massimo degli utili su un più lungo periodo, la logica di investimento iniziale e il tasso di rendimento per gli investitori sono più evidenti se osservati in chiave temporale. Jensen ha concordato con questa osservazione, ampliando il concetto in questo modo: “Le conoscenze si stanno allargando così velocemente, che una parte finirà per filtrare anche nel settore minerario”.

Il messaggio principale di Bristow e Jensen ha riguardato la necessità di concentrarsi su ciò che è meglio per gli azionisti. Il successo del settore minerario sta proprio in questo e l’innovazione, frutto della tecnologia, dei business model o della pianificazione strategica (tanto per citare tre aspetti) è uno dei tanti modi per realizzare questo obiettivo. Ecco perché i dirigenti devono mettersi alle spalle qualunque timore e adottarla, come farebbero con qualunque altro fattore capace di creare vero valore per gli azionisti.

Informazioni importanti

Esclusivamente per scopi informativi e pubblicitari.

Queste informazioni sono redatte da VanEck (Europe) GmbH che è stata nominata distributore dei prodotti VanEck in Europa dalla Società di gestione VanEck Asset Management B.V., costituita ai sensi della legge olandese e registrata presso l'Authority for the Financial Markets (AFM) dei Paesi Bassi. VanEck (Europe) GmbH con sede legale in Kreuznacher Str. 30, 60486 Francoforte, Germania, è un fornitore di servizi finanziari regolamentato dall'Ente federale tedesco di vigilanza dei servizi finanziari (BaFin). Le informazioni contenute in questo commento hanno l'unico scopo di offrire agli investitori indicazioni generiche e preliminari e non costituiscono in alcun modo consulenza d'investimento, legale o fiscale. VanEck (Europe) GmbH e le sue affiliate (congiuntamente "VanEck") declinano ogni responsabilità relativamente decisioni d'investimento, disinvestimento o di mantenimento delle posizioni assunta dall'investitore sulla base di queste informazioni. Le opinioni e i pareri espressi sono quelli degli autori, ma non corrispondono necessariamente a quelli di VanEck. Le opinioni sono aggiornate alla data di pubblicazione e soggette a modifiche in base alle condizioni del mercato. Alcune dichiarazioni contenute nel presente documento possono costituire proiezioni, previsioni e altre indicazioni prospettiche che non riflettono i risultati effettivi. Le informazioni fornite da fonti terze sono ritenute affidabili e non sono state sottoposte a verifica indipendente per accertarne l'accuratezza o la completezza, pertanto non possono essere garantite. Tutti gli indici menzionati sono studiati per misurare i settori e le performance di mercato comuni. Non è possibile investire direttamente in un indice.

Tutte le informazioni sulle performance sono storiche e non costituiscono garanzia di risultati futuri. L'investimento è soggetto a rischi, compreso quello di perdita del capitale. Prima di investire, è necessario leggere il Prospetto e il documento contenente le informazioni chiave per gli investitori (KID).

Nessuna parte di questo materiale può essere riprodotta in alcuna forma né citata in un’altra pubblicazione senza l’esplicita autorizzazione scritta di VanEck.

© VanEck (Europe) GmbH